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Nelle settimane che precedono una gara del FIA WEC, il simulatore è uno strumento prezioso per organizzare sessioni di messa a punto delle 499P del team Ferrari – AF Corse

WEC, il simulatore è essenziale per Ferrari

Nelle settimane che precedono una gara del FIA WEC, il simulatore è uno strumento prezioso per organizzare sessioni di messa a punto delle 499P del team Ferrari – AF Corse e studiare e analizzare le diverse condizioni in cui il team potrebbe competere.

Il lavoro dei piloti e degli ingegneri nel simulatore di endurance è fondamentale sia durante la preparazione che dopo la gara. Dopo l’evento, il simulatore permette anche di lavorare sui dati raccolti in pista e vedere cosa può essere migliorato per il futuro.

Hardware e software

Il simulatore è composto da un abitacolo che riproduce fedelmente l’abitacolo dell’auto reale, all’interno del quale la maggior parte dei pulsanti e degli interruttori hanno le stesse caratteristiche e funzioni dell’auto da corsa 499P”, spiega Mauro Barbieri. Questo agevola il pilota nel suo lavoro, poiché può familiarizzare nel simulatore con tutte le procedure che svolgerà nel weekend di gara.

L’abitacolo è fissato su una piattaforma dotata nella parte inferiore di un’esapode‘”, continua Barbieri, “che dispone di sei attuatori che permettono all’abitacolo di muoversi in tutte le direzioni nello spazio, regalando al pilota tutte le sensazioni di accelerazione, rollio e imbardata che ricevono al volante dell’auto vera e propria”.

In Ferrari abbiamo riprodotto quasi tutto il software all’interno della ECU della 499P, comprese varie logiche, strategie e sistemi di controllo. Il nostro obiettivo è rendere la simulazione il più fedele possibile alla realtà”, afferma Mauro Barbieri.

Prima di una gara WEC

Il simulatore è fondamentale quando prepariamo le nostre Hypercar per una gara su un nuovo tracciato”, spiega Antonio Fuoco, pilota ufficiale del Cavallino Rampante, che gareggia nel FIA WEC con la 499P numero 50 al fianco di Miguel Molina e Nicklas Nielsen. Il trio ha vinto la 24 Ore di Le Mans 2024.

Mauro Barbieri entra nel dettaglio: “Quando ci avviciniamo ad una pista nuova, il simulatore ci permette di creare un elenco di azioni e possibili soluzioni per i vari problemi che potrebbero sorgere”.

Simulazione e realtà

Per noi è fondamentale lavorare al simulatore, soprattutto prima di una gara, per prendere confidenza con la pista ed, una volta in circuito, essere pronti ad adattarci il più velocemente possibile” spiega Antonio Fuoco.

Sul rapporto tra realtà e simulazione, Alessandro Pier Guidi, vincitore della 24 Ore di Le Mans 2023 con la 499P numero 51 al fianco di James Calado e Antonio Giovinazzi, aggiunge: “La differenza più significativa è la forza laterale avvertita nelle curve lunghe, che non è così continuo come quello sperimentato nella realtà. Quindi, quando prendi le curve lunghe, senti solo una parte dell’elevata forza laterale che provi sull’auto da corsa 499P”.

Come una vera macchina WEC

Utilizziamo il simulatore come se fosse una vera macchina”, spiega Alessandro Pier Guidi. “Il feedback che do agli ingegneri dopo una sessione al simulatore è lo stesso che ho in pista, e questo vale anche quando suggerisco modifiche al setup o la sostituzione di un componente. La grande differenza è la tempistica di queste operazioni: al simulatore sono ovviamente più brevi, permettendoci di ottimizzare il lavoro svolto a Maranello”, conclude il pilota 40enne della Ferrari Hypercar nel WEC.

Foto e fonte: Ferrari Media Centre

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